Metodi Fondamentali Teorici

Coerentemente con lo sviluppo della contrapposizione tra metodi reddituali e finanziari, è possibile distinguere tre diverse metodi fondamentali teorici
 
  1. formula fondamentale finanziaria;
  2. formula fondamentale reddituale;
  3. formula fondamentale basata sui flussi di dividendo da distribuire. Essi si basano tutti sulla ipotesi che il valutatore conosca con certezza i flussi - economici o finanziari - che l’impresa genererà in futuro, la durata dell'azienda, il valore finale dell'azienda, il tasso di attualizzazione e, quindi, la volatilità dei risultati attesi.

Formula Fondamentale Finanziaria

Secondo tale metodo valutativo il valore del capitale economico dell’impresa è pari al valore atteso dei flussi monetari attesi.
Nell’ipotesi che l’impresa abbia una durata pari a n anni il valore dell’impresa sarà:


Dove:

 
  1. W = valore del capitale economico dell'impresa
  2. Fi = flussi monetari complessivi netti (o free cash flow to equity) fino al tempo n;
  3. Terminal Value che, in tal caso, corrisponde al valore di liquidazione dell’azienda al tempo n;
  4. i = tasso di attualizzazione.

Formula Fondamentale Reddituale

Secondo tale metodo valutativo il valore del capitale economico dell’impresa è pari al valore atteso dei flussi monetari attesi.
Nell’ipotesi che l’impresa abbia una durata pari a n anni il valore dell’impresa sarà:


Dove:

 
  1. Ri = redditi netti (utile, o Net income) nei vari anni
  2. Terminal Value che, in tal caso, corrisponde al valore di liquidazione dell’impresa al tempo n, diminuito del valore delle riserve formate con gli utili non distribuiti e dell’ultimo utile conseguito.

Formula Fondamentale Teorica Basata Sui Dividenti

Tale metodologia si basa sul presupposto che il valore teorico di un'azienda è pari al valore attuale degli incassi che saranno in futuro realizzati dai proprietari di quell'azienda.
Gli introiti che derivano dalla proprietà di un'azienda sono rappresentati dai flussi di dividendo annuali e dal flusso terminale per la vendita o la liquidazione dell'azienda.
Pertanto, nell’ipotesi che l’impresa abbia una durata pari a n anni:

 
Dove:
 
  1. Di = dividendi di ciascun anno
  2. Terminal Value che, in tal caso, corrisponde al valore di liquidazione dell’impresa al tempo n;
Si noti che i dividendi di ciascun esercizio presentano valori dissimili dai redditi dei vari periodi per via degli accantonamenti effettuati a:
 
  1. fondi di riserva legale, statutaria, straordinaria;
  2. fondi di riserva impropri;
  3. ecc.

Considerazioni Finali sui Metodi Fondamentali Teorici

Con riferimento ai metodi fondamentali teorici risulta necessario effettuare alcune considerazioni circa:
 
  1. la durata della vita dell’azienda;
  2. il calcolo del Terminal Value;
  3. la possibilità di applicare nel concreto tale metodologia.
Con riferimento al primo aspetto, dato il contesto teorico in cui è collocata la formula fondamentale teorica, risulta del tutto lecita l’ipotesi di durata illimitata dell’azienda. In tal caso, però, il Terminal Value assumerà un valore nullo e occorrerà stimare il valore assunto dalla grandezza economica o finanziaria presa in considerazione per un arco temporale sufficientemente ampio (per non dire tendente all’infinito).
Con riguardo al secondo aspetto, il Terminal Value assume una configurazione diversa a seconda della formula fondamentale utilizzata. In particolare:
nel caso della formula fondamentale finanziaria, il Terminal Value sarà pari alla differenza tra il patrimonio netto e le liquidità aziendali. Tale correzione è resa necessaria in quanto nel capitale di liquidazione vi saranno tutti gli introiti derivanti dalla vendita dei beni aziendali, oltre alla cassa costituita fino a quel momento che, però, è stata già considerata all’interno della formula finanziaria nel flusso Fn. Quindi, per evitare di considerare nella stima del capitale economico due volte le liquidità aziendali è necessario che le queste vengano stornate dal valore di liquidazione.
nel caso della formula fondamentale reddituale, il Terminal Value sarà pari alla differenza tra il valore del patrimonio netto e la somma degli utili non distribuiti. Se non fosse così sia l’utile dell’ultimo esercizio che gli altri utili posti a riserva in passato verrebbero conteggiati due volte, prima come redditi da attualizzare e poi nel capitale di liquidazione nel momento in cui gli stessi sono stati posti a riserva per acquistare beni, poi rivenduti sul mercato;
nel caso della formula fondamentale basata sui dividendi da distribuire, il Terminal Value sarà  pari, invece, proprio al patrimonio netto. In tal caso, infatti, non vi sarebbe il rischio di conteggiare due volte tale flusso.
Per quanto concerne, infine, il terzo aspetto, e cioè la possibilità di applicare nel concreto tale metodologia, le formule fondamentali teoriche risultano difficilmente applicabili alla realtà - e per questo si dicono teorici -caratterizzandosi per:

 
  1. massima razionalità; ma anche
  2. scarsa obiettività: è impossibile conoscere la vera durata dell'azienda ed i flussi che registrerà nel lungo periodo.Secondo alcuni autori tali metodi risultano applicabili esclusivamente in stime che hanno ad oggetto aziende che vivono in regime di concessione, per le quali è possibile stimare con una certa certezza i flussi economici e finanziari dell'impresa per un breve periodo. Si pensi alla stima del valore del capitale economico di una società balneare.

Alessandro D'Antonio